Le Origini

icona santuario

 La cronaca piu' antica che si conosca sulle origini del Santuario e' contenuta in un manoscritto del 1620 conservato nella Biblioteca Braidense di Milano. Si tratta di una copia degli Statuti comunali di Grosotto, ai quali l'autore, certo Abramo figlio di Oliviero Venosta, fa seguire la serie completa dei Decani eletti nel Comune dal 1483 e la registrazione, anno per anno, degli avvenimenti piu' importanti del paese e, piu' in generale della Valtellina.


Ecco la narrazione nello stile rozzo, ma vivacissimo dello scrivente:
<<l'anno 1487 li svuizzeri vennero verso la parte di bormio, brusando e sachegiando, e anchora giu' per la Valtellina. Quando la comunitа' de Grosotto sapèro che quelli soldati erano pocho lontani, che vennero disturbando per ogni parte, se uni' tutta la comunitа' qual era pochissimo populo in Grosotto a quel tempo, e si ordino' e votto' de edificar una Chiesa a honore della Madonna benedetta, dove hora giace.
E dopo che ordinato fu ando' con la processione a far un circuito a torno quel tanto che haveva da edificare, e puoi ando' in sin' di dentro del ponte del fiume Roascho, dove e' il santello apresso il luoco de Vensolo, e si incontro' li soldati, si fermarono poi e ginochiatosi in terra e fece alquanto oratione.

Li soldati videro, cosi' tremarono di tal maniera che parevano esser spaventati tutti, e non ardiva di tiassar oltra, e cosi' li soldati non sapeva che di loro fare.
Dimando' poi una gratia alla comunitа' de Grosotto, quale dovesse lasr passare che non averìa datto fastidio, e danno alcuno. La comunitа' gli concedette la gratia, e cosi' passo' senza dar alcun  fastidio nel teritorio de Grosotto>>.

Il drammatico incontro del popolo di Grosotto con le truppe svizzere e' idealmente raffigurato in una tela secentesca che si vede sulla parete di fondo del Santuario a sinistra dell'ingresso. Alla base del dipinto un'iscrizione latina cosi' racconta:
<<devastato dall'incombente scatenamento di incendio decretato dalla ferocia degli Elvetici, dopo breve preghiera, armati di viva fede, con in testa un sacerdote che reggeva il santo vessillo della croce, giunsero al luogo della cappella [allora] non ancora costruita, e quivi, intensamente pregando sotto gli occhi dell' esercito che ristava immobile, promisero alla sommamente potente Vergine Maria, Madre di Dio e fonte perenne di grazie, di edificare il presente tempio; dopo il qual voto questo fu il solo paese, tra gli altri della Valtellina completamente distrutti dal fuoco, a restare incolume.
Sia dunque celebrata nei secoli da ognuno di voi l'incornparabile intercessione presso il Re celeste di questa cosi' grande Signora del cielo e della terra>>. Quadro evento

Secondo la tradizione quel coraggioso sacerdote che affronto' gli invasori e con la sua fervente preghiera a Dio e alla Santissima Vergine, con la croce in mano e con parole ispirategli sicuramente dall'alto, riusci' a calmare il loro furore, sarebbe il curato di allora Gregorio Tuana.
La tradizione aggiunge che al momento dell'incontro la Madonna, sfolgorante di luce e di maestа, apparve tra i rami di un castagno in atto minaccioso verso i nemici. In quello stesso luogo, che porta il nome di <Capitello> e si trova poco fuori dell'abitato, appena al di lа del torrente Roasco, fu poi eretta a ricordo di cosi' memorabile fatto una piccola cappella.
Sulla sua parete esterna di ponente un affresco moderno riproduce, in dimensioni maggiori, il quadro commemorativo dell' avvenimento che si trova in Santuario.